Siamo ancora qui!
- Silvia Gillardon

- 14 nov
- Tempo di lettura: 3 min

"Questa vista mi deprimerebbe!" La mia ospite Maria non si riferiva tanto alla mia vista sul mare a sud, quanto piuttosto alla vista a nord dalla finestra della mia camera da letto. Proprio di fronte, sul muro della casa vicina, sono appesi i manifesti funebri, i necrologi bianchi bordati di nero. E ogni giorno ne vengono aggiunti di nuovi, mentre quelli vecchi, strappati dal vento e dalla pioggia, vengono incollati insieme in spessi strati circa ogni tre mesi, affondano al suolo e vengono definitivamente "smaltiti".
Maria si sporge dalla finestra. E puntualmente, come per un accordo, il Messaggero, il manifesto cittadino, svolta nella nostra via in bicicletta. L'uomo con il basco rosa conosce il suo mestiere. Ogni giorno, sempre in tarda mattinata, appoggia la bici al muro della casa vicina, controllando con occhio esperto le date di scadenza dei necrologi. Poi, con un gesto plateale, tira fuori il secchio di colla dal portapacchi, incolla spudoratamente l'avviso più scaduto con un pennello grande, estrae l'ultimo annuncio di morte, chiamato necrologio, dal rotolo che ha infilato sotto il braccio, e lo schiaffeggia sul manifesto precedente. "Mamma mia!" geme Maria. "Che crudele!" Ma l'uomo non presta attenzione agli scrupoli di Maria. Imperturbabile, se ne va in bicicletta, dondolando ritmicamente la testa. Cosa sta ascoltando in cuffia? "Con te partiro" di Bocelli o piuttosto "Cose della vita" di Ramazotti?
"Eccoli!" Maria indica con entusiasmo i pochi anziani curiosi riuniti sotto, ansiosi di essere i primi a decifrare il messaggio macabro. "Mi vergognerei!" Si pulisce in fretta gli occhiali, poi si sporge ancora di più dal finestrino. "C'è scritto Enrico Dulbecco. E sotto, il suo soprannome, Becco. Lo conoscevi?" Scuoto la testa. "Ha vissuto fino a 89 anni. Beh, non può lamentarsi. Non ha nemmeno molti parenti in lutto. Una figlia, Lucia, una nipote, Camilla. Non c'è nessuna vedova nella lista. Probabilmente è morta prima di lui."
È la sete di sensazionalismo o l'impegno sociale che attrae la gente qui? "Memento mori", mormoro, e Maria annuisce: "Quegli antichi romani, i miei antenati, non erano stupidi. Un detto saggio: ricordati che sei mortale".
Si lucida di nuovo gli occhiali, fissa intensamente il poster e scuote la testa delusa. "È sempre la stessa cosa. In queste foto si riescono a malapena a distinguere i volti dei defunti. Baffi, sopracciglia folte, un viso segnato dalle intemperie... e quello dovrebbe essere Becco? Quasi tutti gli anziani qui intorno hanno questo aspetto. E quali altre informazioni riceviamo? Un nome, un soprannome, la sua età, forse la sua professione, i nomi di qualche parente in lutto, forse un club, un partito politico." Maria borbotta qualcosa di incomprensibile. "I vicini che sentono la sua mancanza. I vicini! Solo a sentirlo mi viene la nausea!"
Si sentono delle risate al piano di sotto. "Quindi la vita continua. Bene. Forse sono solo contenti di essere ancora lì. Forse questo ispirerà la volontà di aiutare chi è in lutto. Rispetto per la propria fragile vita." Chiudo la finestra.
"Continua a sognare! Rispetto?" Alza gli occhi al cielo. "Queste persone sono solo contente che i loro nomi non siano ancora sui manifesti. Che siano scappati di nuovo. Sono come Cocodrilli."
"Lacrime di coccodrillo? Conosco questa espressione italiana solo per il giornalismo. Non sono forse così che chiamate i necrologi preventivi scritti sulle celebrità, che vengono costantemente aggiornati negli archivi dei giornali?" "Esatto. E come si chiamano le lacrime finte in tedesco? Non sono anche loro lacrime di coccodrillo?" "Ma non c'è niente di male nell'essere grati che siano sfuggiti di nuovo alla morte. Che possano continuare per qualche altro anno e forse anche fare qualcosa di meglio." Maria alza le spalle. "Confermo quello che ho detto: per me, la tua prospettiva sarebbe orribile. Dover assistere a quei cambi di turno ogni giorno!"
"Cambio turno?" Lentamente capisco cosa intende: gli strati di carta e le morti. "Molto ambiguo!" Rido. "In realtà sono grata per questi cambi di turno quotidiani. Mi scuotono. E il fatto che ci siano due cartelli stradali molto simbolici proprio accanto al tabellone dei necrologi laggiù, lo interpreto anch'esso come un segnale." Indico. Ah! Capisco. Senso unico e cartelli direzionali. Molto filosofico. Ma potremmo per favore cambiare turno ora e finalmente guardare il mare?"
23.7.25 cr.

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